Riassunto: durante la crisi chiamata Inferno2, Frank
Castle ha liberato la sua famiglia creduta morta dal giogo dei demoni, ed è
tornato ad avere una vita apparentemente normale. Nel frattempo un serial
killer armato di fucile di precisione si aggira per la città, mentre padre
Peter e Kenny McRoland, per motivi diversi, voglio rintracciare il
Punitore.
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Dal Daily Bugle: "C'è
un nuovo serial killer in città. Secondo voci molto ben informate all'interno
della procura distrettuale, gli omicidi Dalgado e Torelli hanno un minimo
comun denominatore: la stessa arma del delitto, ovvero un fucile di
precisione modello arrett 'Light Fifty' M82A1. Gli investigatori stanno
effettuando indagini sulle vite delle due vittime, alla ricerca di un altro
punto in comune che permetta loro di risalire all'assassino, anche se la
strada sembra in salita."
Procura distrettuale.
Il procuratore Connie Ferrari era molto nervosa: i due omicidi avvenuti per
mano di uno squilibrato armato di fucile di precisione le avevano tolto il
sonno più di tutti gli ultimi casi o della crisi scatenata dai demoni. Entrò
nel suo ufficio agitata, e si ritrovò di fronte a se il detective Sommerset.
- Capitano. - disse mentre si sedeva.
- Signor procuratore, è un piacere rivederla. - rispose di rimando l'altro.
- A che punto sono le indagini?
Il detective, un uomo di colore di quasi sessant’anni, dagli occhi scavati e
dal volto pieno di rughe, con un pizzetto leggermente brizzolato, scosse il
capo.
- Signore, niente di niente, nessun dato, nessun legame, due perfetti
sconosciuti.
- Impossibile!
- E' così, siamo risaliti fino alle scuole materne, ma non c'è nulla che
accomuni le due vittime, e quindi...
- ...e quindi è impossibile stabilire chi sia il serial killer.
L'uomo chinò il capo.
- E' una mosca cieca, un nascondino senza sapere chi partecipa.
Connie sospirò.
- Io temo che ci saranno altre vittime, dobbiamo sbrigarci, battere tutte le
strade.
- Signore.
- Che c'è detective Sommerset?
- Io tra 7 giorni vado in pensione, non sono il più adatto a gestire un
simile caso. Dio solo sa quanto vorrei portarlo a termine entro questa ultima
mia settimana, ma nel caso non ce la facessi un altro dovrebbe ripartire da
zero.
Connie sorrise.
- Non si preoccupi, ho pensato anche a questo. Ad attenderla qui fuori c'è il
detective Mills; l'affiancherà e prenderà le redini dell'indagine quando lei
avrà deciso di godersi il meritato riposo.
Si alzò in piedi e gli porse la mano.
- Buon lavoro, detective Sommerset.
Il detective si alzò e gliela strinse.
- Grazie signore.
Si avviò verso la porta e trovò ad attenderlo fuori un ragazzo, sui
trent’anni, dai capelli biondi e corti e dal pizzetto curato.
- Sono il detective Mills, piacere di conoscerla detective Sommerset.
Gli porse la mano sorridendo, e l'altro rispose stringendogliela
energicamente.
- Chiamami William. - disse.
- E tu chiamami David. - rispose il giovane, mentre i due si incamminarono
verso l'uscita.
- Hai già letto il dossier?
- Si, sembra una battaglia navale, ma con una nave di un quadrato e dieci
milioni di caselle. Praticamente impossibile colpirla.
- Bella metafora, insegnano questo adesso nelle scuole di polizia?
- Le metafore intendi?
- No, a giocare a battaglia navale.
Sommerset strizzò l'occhio, e i due scoppiarono a ridere.
- Allora, te la sarai fatta un'idea?
- Beh, si.
- Sentiamola.
- E' bislacca.
Sommerset si fermò.
- Bislacco è un serial killer che, apparentemente, non ha un motivo per
uccidere. Quindi a questo punto, datti da fare nel dire la tua.
Il bagno era saturo di
vapore caldo e tonificante. Frank Castle afferrò il rasoio, pronto a radersi,
e guardò verso lo specchio, completamente appannato. Con la mano lo ripulì,
ma vide qualcosa alle sue spalle che lo fermò nell'atto di ripulirsi il
volto.
- Sapevo che sareste tornati. - disse.
- Sai che hai ancora una missione da compiere per noi.
- Dov'è?
- Precisamente non lo sappiamo, ma sappiamo che si trova da qualche parte nel
New Jersey. Abbiamo sentito l'aura del nostro fratello.
- Il New Jersey è grande.
- Prima o poi lo troverai, confidiamo in te.
I due troni svanirono, lasciando da solo Frank, che diede un pugno secco allo
specchio, rompendolo.
Dopo dieci minuti uscì dal bagno, con indosso la maglia col teschio bianco.
La moglie lo fissò allarmato.
- Dove vai?
- Devo estinguere un debito. - le diede un bacio, poi fece lo stesso con i
due bambini - Non temete, tornerò presto.
Uscì dalla casa, chiudendo lentamente la porta e lasciando la moglie in
lacrime.
Mills afferrò la cartina da
dentro il portaoggetti laterale della macchina di Sommerset e l'aprì.
- Primo omicidio, Brooklyn.
- Si.
- Secondo omicidio, Manhattan.
- Mmmm... si.
- Ora, se fossi il serial killer e fossi leggermente furbo, non andrei in
queste zone, sicuramente più pattugliate, e non lo dico io, lo dicono i
media, ma mi sposterei.
- Dove?
- Io ho individuato due zone. Chiariamoci, è tutta teoria e potrebbe
benissimo andare a farsi friggere, ma perchè non rischiare?
- Che zone?
- Westchester e New Jersey.
- Cosa proponi?
- Due squadre. Io a New Jersey e tu a Westchester, a fare la ronda di
quartiere... e a pregare che non succeda a Soho.
Sommerset sorrise.
- Si può fare. Andiamo in centrale e organizziamoci meglio.
New Jersey, un paio di ore
dopo.
Frank entrò nel palazzo in costruzione, forzando una porticina laterale. Salì
i primi due piani, andandosi ad appostare su un balconcino posizionato lungo
un imbocco della superstrada. Si accucciò e aprì il borsone, tirandone fuori
un fucile da cecchino completamente smontato. Con perizia e rapidità lo
montò, sistemò il mirino e si apposto in una zona coperta del balconcino.
"E' una cosa stupida" pensò "ma è l'unica cosa che posso fare
adesso, stare qui e sperare che McRoland passi di qui." si toccò le
tempie, massaggiandosele "Altrimenti domani andrò ad interrogare qualche
buon informatore."
Si sdraiò e si mise ad osservare dal mirino il raccordo, mentre con una mano,
a tentoni, cercava e trovava un sandwich da dentro la borsa.
Il detective Mills guidò
l'auto lungo le stradine del New Jersey. Era teso e preoccupato, la faccenda
del cecchino serial killer poteva raggiungere proporzioni immani se non si
scopriva che relazioni c'erano tra gli assassinati, e quindi cosa legava a
loro l'assassino.
Stava girando a vuoto, insieme ad altri tre uomini, da circa tre ore, senza
arrivare a niente, e anche Sommerset era nella stessa melma. Era un metodo un
po’ stupido, si convinse, ma quando tutti i possessori ufficiali di quel tipo
di arma non possono essere collegati ai delitti, e quando non c'è
collegamento tra i delitti a parte l'arma, ti rimane solo una cosa: la
fortuna.
- Signore, ecco l'imbocco della superstrada. - disse il poliziotto al suo
fianco.
Il detective sembrò scuotersi.
- Ok, si, torniamo a casa.
Si accodò ad una Ford di piccola cilindrata davanti a lui, risalendo la breve
bretella, quando questa sbandò vistosamente, andando a porsi di traverso
sulla piccola corsia. Mills frenò, riuscendo a non urtarla, ma non riuscì ad
impedire all'auto di dietro di tamponarlo.
- Ma che diavolo! - uscì imprecando, mentre afferrava la pistola dalla
fondina.
Si avvicinò con cautela alla Ford.
- Amico, tutto bene?
Il finestrino era aperto e il corpo accasciato sul sedile. Gli afferrò
lentamente il capo, vedendo per la prima volta l'enorme squarcio sul capo,
circondato da un fiore rosso sangue.
- PORCA PUTTANA! - urlò - TUTTI A TERRA, C'E' IL CECCHINO!!!!
Frank si destò come da un
torpore al sentire lo stridio delle gomme.
Si era addormentato? Sarebbe incredibile, pensò tra se e se. Riprese ad
osservare dal mirino del fucile e vide una macchina ferma di fianco sulla
corsia d'ingresso alla superstrada. Dall'auto ferma subito dietro vide un
uscire un uomo con una pistola, che si avvicinò alla macchina, si affacciò al
finestrino e si girò allarmato verso gli altri, che si abbassarono.
A lui arrivò solo una parola: cecchino.
Il detective Mills si
guardò attorno, e inquadrò due punti da cui il cecchino poteva essersi
posizionato: un palazzo in costruzione all'angolo opposto, oppure dal
parcheggio che affiancava la bretella.
- Smithson, - urlò - tu e Gerber andata al parcheggio. Natchilachis, vieni
con me!
I due corsero verso il palazzo in costruzione.
Frank smontò rapidamente il
fucile, infilandolo nel borsone.
Qualcosa era andato storto, c'era stato un omicidio, forse il misterioso
cecchino, che ha già mietuto due vittime nello stato. Vide il giovane
poliziotto, era sicuro che lo era, dare degli ordini agli altri, per poi
correre con un collega nella sua direzione. I suoi gesti si fecero più
rapidi, ma non per questo meno precisi. Chiuse il borsone e si infilò rapidamente
dentro il palazzo.
- Vai sul retro del
cantiere, io vado dall'ingresso dei camion. - ordinò Mills al poliziotto.
Questi ubbidì, infilandosi nel vicoletto alla sua destra, mentre il detective
entrò dall'ingresso più grande. Si avvicinò al muro e vi sbirciò dentro, poi
vi entrò con la pistola spianata. Nessuno.
Mentalmente imprecò, sia per la fortuna, il cecchino era veramente dove
pensava potesse esserci, che per la sfortuna, visto che la sua cattura non
sembrava una cosa semplice.
Frank uscì come un treno
dall' ingresso posteriore, per ritrovarsi davanti a se un poliziotto tremante
che gli puntava una pistola contro.
- F-fermo. - disse.
Frank sorrise: la sua nomea incuteva ancora terrore, e soprattutto il suo
teschio bianco faceva si che le potenziali minacce non mirassero quasi mai
alla testa.
Con un gesto che il poliziotto forse nemmeno vide, il Punitore diede un
calcio alla mano che impugnava l'arma, che balzò via, ma purtroppo fece anche
partire un colpo. Doveva essere più veloce, pensò, altrimenti si sarebbe
trovato circondato.
Un pugno, un bel montante destro, fece balzare via il poliziotto facendogli
perdere i sensi. Ora doveva scappare.
Mills sentì il colpo di
pistola e cominciò a correre verso l'uscita sul retro, attraversando con
rapide falcate gli enormi stanzoni che avrebbero ospitato garage, negozi e
uffici. In meno di dieci secondi era sul luogo dove doveva trovarsi il
poliziotto che era con lui, e infatti lo trovò a terra apparentemente privo
di sensi. Alzò la pistola verso il vicolo, puntandola su una figura umana
chiaramente in fuga.
- FERMO!
La figura si fermò, poi lentamente si girò con in mano una pistola e sparò.
Mills si reinfilò istintivamente nell'edificio, ma il colpo andò
abbondantemente fuori mira, andando a colpire il muro dall'altro lato. Quando
si riaffacciò, lui era scomparso del tutto.
Si chinò per verificare le condizioni di Natchilachis, e fece un sospiro di
sollievo quando scoprì che era solo svenuto. Poi focalizzò la sua mente
sull'uomo che gli aveva sparato, sui dettagli, e si chiese perchè il Punitore
fosse diventato un normale assassino.
Un'oretta dopo il capitano
Sommerset arrivò sul luogo del delitto.
- Era il Punitore? - chiese a bruciapelo a Mills.
- Io non l'ho visto bene in volto, ho solo visto di sfuggita il teschio
bianco, ma Natchilachis dice di averlo riconosciuto.
- Hai sentito Laviano e Witts?
- Quelli del primo caso? Si, ma sono rimasti di sasso anche loro, tutto ciò
non appartiene al modus operandi del Punitore.
- Chi è la vittima?
- Un insegnante di liceo. Incensurato, ovviamente.
- Ovviamente. A meno che Frank Castle non abbia sbagliato mira, e il suo
obbiettivo fosse un altro.
- No, l'arma è la stessa.
- Allora il Punitore è impazzito! - sentenziò Sommerset.
- Cosa facciamo?
- Andiamo in centrale, penseremo a qualcosa da fare. Convochiamo anche
Laviano e Witts, potrebbero aiutarci. - poi fissò il suo collega con un mezzo
sorriso - Meno male che non c'ero.
- Perchè?
- Sono troppo vecchio per certe cose!
Mills scoppiò a ridere, allontanandosi verso la macchina.
Frank Castle parcheggiò in
un autosilo sotterraneo, fermò il motore e appoggiò la testa sul volante. Era
successo qualcosa di grave, lo sentiva, e si chiedeva se ne era in qualche
modo responsabile. Prima di vedere la macchina di traverso si era risvegliato
da una sorta di torpore. E se avesse ucciso lui la persona nella macchina? E
se avesse ucciso anche gli altri due? Si chiese se per caso il Regno avesse
un nuovo metodo per influire sui suoi comportamenti, oppure se dall'Inferno
non avesse portato con se qualcosa di estraneo che prendeva sporadicamente il
controllo del suo corpo e della sua mente.
Scacciò questi pensieri con un secco gesto della mano, afferrò il borsone e
uscì dall'auto, rigorosamente rubata, e si diresse verso l'ascensore.
Dal sito nycnews.com:
"Il serial killer cecchino ha mietuto un altra vittima, Jonas Karlowiz,
34 anni, insegnante di liceo. L'uomo è stato ucciso mentre era alla guida
della sua auto, nel New Jersey. Ma la novità più importante, e che, stando a
fonti non ufficiali, l'assassino ha un volto, ed è un volto noto a tutti i
newyorkesi: si tratta di Frank Castle, meglio conosciuto come il Punitore,
killer di criminali, che adesso pare si sia dato alla gente comune. Per
saperne di più sul Puntiore, sulla sua carriera, sulla sua fedina penale e
sul suo passato cliccate qui."
Note:KILLER INSTINCT
entra nel vivo, con un episodio ricco di diverse citazioni, che vi lascio il
piacere di scoprire. Non ho altro da aggiungere se non che Laviano e Witts
sono i detective che hanno indagato su Frank Castle la prima volta, e
ringrazio Carlo Monni che mi ha rifilato un pò di info su questi personaggi,
che presto saranno usati. Vi attendo al prossimo episodio per sapere se è
Frank Castle o no l'omicida seriale.
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